I “padri di famiglia” a La Verna

Le nostre motivazioni sono svariate: semplice curiosità, interrogazione, situazione difficile, tappa personale, bisogno di senso, intenzioni da portare, ma anche voglia di condividere o di ringraziare, di silenzio, di convivialità, di natura…
Anche le nostre situazioni personali sono diversificate: sposati, divorziati, vedovi, single in coppia, ma tutti figli e padri, ognuno a modo suo. Le nostre convinzioni spirituali vanno dal quasi niente al quasi tutto: non battezzati, lontani dalla Chiesa o resistenti, ma anche cattolici convinti e praticanti. E per tutti una relazione da iniziare, creare, esplorare o sviluppare con Dio.
La nostra presenza oggi in questi luoghi porta già in sé la testimonianza della Sua chiamata e della Sua presenza. Egli ci raccoglie insieme, Egli ci chiama, chiunque noi siamo e a qualunque punto siamo arrivati.
Ad immagine di San Giuseppe, durante questi giorni veglieremo fraternamente gli uni sugli altri, senza giudizio, nel rispetto della verità e del cammino di ognuno.
Questo cammino sarà a nostra immagine: delle volte sorridente e pieno di sole, altre volte triste e difficile. Ogni tanto sereno e fiducioso, e ogni tanto preoccupato e agitato. Sui sentieri degli appennini che custodiscono le tracce di San Francesco, percorreremo i sentieri della nostra vita, le vie della nostra relazione con Dio.
E al termine raggiungeremo La Verna, questo luogo di Dio, scelto da Lui per manifestare al mondo la potenza del suo amore per San Francesco. Prima che lì ci accolga, possiamo da subito girarci verso di Lui. Con benevolenza protegga i nostri passi e accompagni i nostri pensieri, i nostri incontri e le nostre
preghiere durante questi tre giorni.

Le nostre motivazioni sono svariate: semplice curiosità, interrogazione, situazione difficile, tappa personale, bisogno di senso, intenzioni da portare, ma anche voglia di condividere opreghiere durante questi tre giorni.

Essere famiglia cristiana oggi

Anche quest’anno siamo saliti al monte della Verna.

Sono stati quattro giorni pieni di incontri, ricchi di grazia. Abbiamo vissuto insieme alle suore della Sacra Famiglia, che ci ospitavano, condividendo momenti conviviali (non ringrazieremo mai abbastanza le cuoche Maria e Dina) e di riflessione sul tema proposto. Sì, perché alla Verna non si va solo perché “si sta bene, è freschino e c’è quiete”, alla Verna si va per prendersi quel tempo che ci viene tolto dalle cose mondo, quel tempo di cui abbiamo bisogno per ascoltare, pregare, condividere l’incontro che ciascuno di noi fa con il Signore. Con la guida di suor Ornella abbiamo vissuto ogni giorno esperienze diverse, incontrato persone che hanno testimoniato la loro risposta a Dio (i coniugi Epicoco, l’eremita padre Claudio) per farci capire che siamo tutti parte della Chiesa e che contribuiamo, con diversità di carismi, a costruire la comunità cristiana. E non importa in quanti siamo, non dobbiamo scoraggiarci se sembriamo pochi, perché, seppur pochi, in quei quattro giorni, abbiamo scoperto grandi cose. Ognuno di noi si è fatto dono all’altro, abbiamo veramente vissuto un’esperienza di fraternità che dona gioia, perché ha al centro il Signore. Dobbiamo solo essere pronti a intraprendere quelle vie che Gesù ha immaginato per noi, diverse nel corso della vita, che non sono le nostre vie, fisse nelle nostre abitudini.

“Cosa significa essere famiglia cristiana oggi?” è una domanda complessa e non ha un’unica risposta, perché diverse sono le famiglie, ognuna con la sua storia, ma sicuramente tutte devono avere ben chiaro da dove partono: dal Sacramento del matrimonio. E se il matrimonio è sacramento, allora è tale l’importanza che gli dobbiamo dare. Gli sposi cristiani hanno risposto alla chiamata del Signore per loro, che non li ha scelti per essere preti, frati o suore, ma per essere sposi e, con la sua grazia, diventare santi. Papa Francesco ci ha ricordato più volte che dobbiamo abbandonare la mentalità del passato, che solo le persone consacrate alla vita religiosa sono chiamate a diventare santi, e capire che anche noi, sposi, siamo chiamati alla santità, nel nostro quotidiano, nelle difficoltà di ogni giorno, con la forza dello Spirito Santo che ci viene data nel sacramento che abbiamo ricevuto. E dobbiamo ricordarci e imparare a chiedere tutti i giorni aiuto al Signore, perché è nel mondo che dobbiamo vivere, mondo dove crescono insieme grano e zizzania.

Allora un’esperienza di vita insieme come questa, dove siamo stati guidati nella preghiera dalle suore, dove abbiamo condiviso un pezzo della nostra vita, e dove ci siamo messi in ascolto delle esperienze degli altri, può farci avere sempre di più la consapevolezza (quindi darci il coraggio di metterlo sempre di più in pratica) che il matrimonio è una vocazione e che gli sposi sono l’uno per l’altra la via verso la santità. La parola coniuge richiama al giogo che unisce i due buoi, non per privarli della loro libertà ma perché, uniti insieme, dividano la fatica e facciano lo stesso cammino. Ecco, riuscire a vedere nel mio sposo la persona che il Signore ha voluto per me, accettare le sue debolezze e aiutarlo a trasformale in forza, perché insieme possiamo camminare verso di Lui, vivendo nell’oggi, non preoccupandoci per il futuro, è il messaggio che ho trovato al monte santo della Verna, dove già il mio cuore ha desiderio di tornare.

Famiglie a La Verna

Siamo un gruppo di dieci famiglie che ha appena concluso una bellissima settimana ospiti a casa “La Roccia”. È stata una vacanza di serenità dove l’autogestione di famiglie diverse ha trovato il giusto equilibrio, dove i bambini potevano essere liberi e giocare senza continui divieti, dove ci si aiutava a vicenda anche se i tempi erano diversi, dove la programmazione aveva sempre uno sguardo altruistico, dove la preghiera è entrata, grazie alle sorelle della “sacra famiglia” dolcemente, con canti delicati che trovavano spazio nei corridoi e che ascoltavi da dietro la porta, con incontri mirati e sorrisi genuini.

I luoghi abitati da San Francesco hanno sicuramente una carica di energia diversa, un’energia che non ti serve per correre più veloce o fare più cose insieme, ma quell energia che ti fa cercare lo spazio per farti delle domande e capire in quale direzione vorresti fare il prossimo passo. Quindi grazie alla “Roccia” che ci ha ospitato nella sua casa e ci ha fatto sentire parte di questa bella energia.

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I colori dello Spirito 2023

Mi arriva su WhatsApp: “Ah, comunque mi sono scordata di chiederti se ti andava di scrivere due parole sui colori dello spirito, così mettiamo l’articolo sul sito”. Ho aspettato un po’ ad aprire il messaggio anche se riuscivo a leggerlo già tutto in anteprima; la verità è che sapevo di non poter dire di no, e neanche volevo (dire di no), ma certamente non è facile riassumere in poche righe la disordinata bellezza e la semplice gratitudine con cui sono scesa dal Monte dopo quattro giorni così ricchi.

I colori dello spirito sono diversi e ciascuno porta di sé quella sfumatura necessaria per rendere bello l’intero. Come parti dell’umano che costituiscono un corpo, come voci che si uniscono in un coro, così anche noi, unici e diversi, siamo stati chiamati a vivere per prima cosa la Fraternità. La parola sembra impegnativa ma in questi giorni nulla è stato più facile del sentirsi accolto dall’altro con delicatezza, ascoltato con cura, e custodito con rispetto; davvero lo Spirito ha illuminato il colore della fraternità, sia tra quelli di noi che si conoscevano già sia tra coloro che si incontravano per la prima volta.

Così, impregnati della gioia che genera il vivere insieme all’Altro, abbiamo condiviso anche il colore del Servizio. Riaprire una casa dopo l’inverno comporta diversi lavori ma forse su questi è meglio sorvolare, per non rovinare la sorpresa a chi vorrà partecipare il prossimo anno. Basti sapere che non c’è niente di infattibile, soprattutto se si ha una buona aspirapolvere, una salda scala e numerose pause merenda. E poi, dopotutto, anche pulire e fare ordine è un bel dono, specialmente se cogliamo l’opportunità di farlo fuori e dentro di noi!

E poi la bellezza autentica che ci parla di Lui! Il tappeto di fiori che ci ha accolto al nostro arrivo, i profumi che uscivano dalla cucina quando delle mani gentili cucinavano per noi, la vista del Santuario della Verna tutte le volte che alzavamo il naso all’insù; proprio tutto ci richiamava a riconoscere il bello attorno a noi, a dire Grazie, e così, anche il colore della Preghiera si tingeva in modo davvero naturale. I momenti e i luoghi pensati per aiutarci a so-stare sulla Parola hanno poi fatto la differenza. Condivido solo un brevissimo spunto, da noi ascoltato in una silenziosissima cappella delle Stimmate, con la speranza che chi legge si incuriosisca un po’ e magari si unisca a noi nel chiedersi da chi e da cosa lasciamo che la nostra vita sia segnata.

“Signore Gesù, non ti chiedo le stigmate di Francesco. Tu sai sono debole, fragile, piccola [..] non saprei portarle. Ti chiedo però in-segnami il tuo nome. In-segnami con il tuo nome. In-segnami perché porti il tuo nome.”

(Sr Diana Presepi).

Eleonora

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Grazie Francesco!!!

Sguardi, sorrisi, parole, lacrime, presenza, dialogo, preghiera….queste sono alcune delle parole che potrebbero descrivere l’accoglienza di questa estate a La Verna.
Sono stati tre mesi continui di incontro con anime alla ricerca di riposo, spensieratezza e dialogo. Quante storie ascoltate e portate nella preghiera, quanto bene e parole di bellezza per quello che facciamo abbiamo ricevuto. Accogliere significa proprio RICEVERE PRESSO DI SE’ tutte queste cose.
Grazie a tutte le persone che sono passate anche solo per un saluto, a chi ha “poggiato il proprio capo” per qualche giorno o settimana, a chi ha prestato un po’ del suo tempo per fare servizio…è un arrivederci alla prossima estate!!!!

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#ParoladiVita

Hai mangiato? Rispondimi, c’è in gioco la tua vita. È una questione di vitale importanza. Te lo richiedo: hai mangiato? “Io sono il pane della vita…” Gv 6,48-58.

Nessuna risposta, silenzio. Attenzione, è quando non parli che inizi ad ascoltare. E quand’è che non parli? Quando mangio. Niente, hai ceduto. Più ascolti, più mangi; più mangi ascolti. Mt 13,12: “Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha”. Dannazione è un loop! E cosa c’è che non va in un loop? È eterno, non finisce mai…è fastidioso. Dipende con che logica lo guardi. Mc 8,35: “Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà”. Non ti dimenticare di mangiare. Angela

Chiunque potrebbe chiedersi: perché una persona dovrebbe decidere di fare gli “esercizi spirituali” in un week end, dopo una settimana di lavoro/studio intenso, piuttosto che svagarsi con amici?

Sicuramente è una scelta controcorrente ma consapevole. Decidere di prendersi del tempo di qualità per stare cuore a cuore con La Parola di Dio.

Questi giorni per me sono stati l’occasione per riprendere in mano la mia vita, un momento per fare discernimento e capire in quale direzione procedere; ma soprattutto è stata La conferma di come esperienze di questo tipo siano regali preziosi che ogni tanto fa bene farsi, per fare spazio a un amore immeritato che continua a bussare inesorabile alla porta del nostro cuore e aspetta solo il nostro “Sì” per entrare.

Come scrive Tony Drazza :

“Poi ci sono domande

che si possono fare solo da vicino,

quando senti qualcosa nel cuore,

quando hai visto una luce particolare

negli occhi, quando hai avvertito

nell’aria qualcosa di grande.

Non tutto si può chiedere a tutti.

Bisogna trovare parole e luoghi

per le tenerezze.

Ma tutto questo non ci preserva dalla

lontananza perché non basta rispondere bene

occorre custodire le parole dette.”

Ho avvertito “qualcosa di grande” e volevo raccontarlo.

Carolina

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PIT STOP…da DIO 2020

E’ la prima volta che ho vissuto l’esperienza del Pit Stop a La Verna

Sono partita carica e piena di entusiasmo…recarsi in un posto cosi sacro, dove San Francesco ha calpestato con i propri piedi il terreno di quel monte; mi riempiva di onore il cuore solo al pensiero di poter avere la possibilità di andare a calpestare con i “MIEI PIEDI” quel terreno, ricco di grazie e santità.

Nel mio cammino di fede San Francesco è stato sempre presente e anche in questa occasione mi ha guidato a vivere questa santa esperienza.

Le prime parole di lode e di ringraziamento va a coloro che sono state nel corso di quei 3 giorni le nostre guide: Suor Nadia, Suor Alessandra e Suor Catia; che tramite la parola del vangelo, di San Francesco e la preghiera quotidiana mi hanno fatto vivere la preghiera e fatto incontrare Gesù in momenti che ancora non avevo sperimentato: i momenti di preghiera quotidiana (lodi, vespri, compieta…e adorazione..! ), e i momenti di servizio dove regnava una grande spiritualità tra noi ragazzi e senso di comunità nel prestare servizio. Non mi aspettavo che in questi momenti si potesse avere l’opportunità di pregare e di incontrare nella “spiritualità del servizio” Gesù.

Questa esperienza è stata una vera e propria benedizione per il mio cammino di Fede e di vita!

Consiglio a tutti di farla! Ti mette in mano l’occasione di rispondere a tutte quelle domande che fino ad ora ti eri posta su te stessa (lavoro, scuola e tanto altro) e sulla tua fede.

Non sono tornata però con tutte le risposte!! Quindi…. vale proprio la pena ritornarci!!!

Roberta Di Franco.

Qualche giorno dopo esser tornata a casa dal Pit Stop ho preso la Partenza: una volta che si arriva alla fine del proprio percorso scout come educando, ti viene posta davanti la scelta che ti porta alla condivisione o meno di tre valori/aspetti della vita: scelta politica, servizio e fede.

Al Pit Stop ho avuto la possibilità di mettermi al servizio degli altri ed è stata l’ennesima conferma di quanto questo valore sia fondamentale nella mia vita e di quanto mi abbia e mi stia facendo crescere. Il discorso sul punto fede invece è un po’ più complicato. Essendo una persona razionale e concreta, fatico nell’idea dell’affidarsi, ma allo stesso tempo tendo a pensare ed indagarmi molto e i momenti di riflessione, catechesi e deserto sono per me fondamentali. Grazie questi momenti ho colto l’occasione per riflettere sul perchè abbia scelto di prendere la partenza e non il saluto una volta e credo che l’essere stata l’unica scout del gruppo mi abbia aiutato. Condividere la mia esperienza con persone al di fuori dello scoutismo mi ha fatto vedere come viene percepito questo ‘mio’ mondo dal di fuori e questo confronto mi ha aiutato nel riflettere sulle mie scelte.

Nonostante i pochi giorni condivisi assieme, ho percepito un forte clima di comunità, favorito anche dalla condivisione del servizio che secondo me da la possibilità di conoscere meglio l’altro.

Sicuramente sarebbe stato ancora maggiore se avessimo avuto la possibilità di condividere quanto veniva fuori dalle riflessioni proposte così da avere altri spunti.

Consiglio quest’esperienza soprattutto se si hanno dubbi o bisogno di indagarsi. Non bisogna sentirsi frenati dal fatto che possa essere interpretata come un ritiro spirituale, perchè nonostante i propri punti di vista sul punto fede credo che prendersi del tempo per se stessi, per indagarsi e per gli altri aiuti a crescere.

Anna Cangini

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Giuditta in Africa…

Mi chiamo Giuditta, ho 17 anni e da quando sono piccola desideravo andare in Africa. Mai potrò dimenticare i sorrisi, le carezze e la semplicità dei bambini che appena sono arrivata  dopo tante ore di macchina mi hanno accolta e hanno subito ripagato tutte le difficoltà e le fatiche del viaggio. A Charre ho avuto la possibilità di vivere nella totale diversità, in un mondo completamente differente e privo di qualsiasi distrazione. Stare a stretto contatto con la natura riporta l’uomo alla vera essenza del suo essere parte del creato. La comunità di Charre è stata per me simbolo di autenticità, in cui ho potuto apprezzare tutti quei valori che nel nostro paese sono offuscati dal benessere e dal consumismo come ad esempio la purezza dei bambini che si manifesta anche solo dal calore di una risata o dalla premura di una bimba con il fratellino portato sulla schiena. Ora che sono a casa mi rendo conto che in realtà tutto ciò che possiamo avere è poco in confronto a ciò che loro giorno per giorno coltivano nel loro cuore. I momenti che ho passato con le ragazze della mia età sono stati molto belli perché sono riuscite a superare la diversità mostrandosi immediatamente desiderose di vivere un amicizia con me. Il confronto con loro mi ha fatto riflettere molto sulla differenza con le mie amiche rispetto a desideri, passioni o aspirazioni. Mi sono portata a casa il desiderio dei bambini di ricevere un bicchier d’acqua e ogni volta che apro una bottiglia o mi lavo non riesco a non pensare a loro e alla loro acqua che non ha niente a che vedere con la nostra; prelevata tutti i giorni facendo una buca vicino al fiume. Mistura è il bambino di cui mai potrò dimenticare i lineamenti, i grandi occhi neri e quella vocina che tutti i giorni mi chiamava per salutarmi e darmi il buongiorno. È stata la dimostrazione d’affetto più spontanea, inaspettata e tenera che abbia mai avuto. Ringrazio dal profondo del mio cuore tutte le suore che ho incontrato che mi hanno accolta con entusiasmo e mi hanno permesso di vivere questa bellissima esperienza. La loro testimonianza di forza e coraggio nelle avversità e la tenacia con cui sono fedeli alla loro missione hanno forgiato il mio cuore e sono sicura che questo mi aiuterà nelle difficoltà che incontrerò nella vita. E infine cosa dire della mia compagna di viaggio sennonché madrina di battesimo? La sua vicinanza e la libertà che mi ha lasciato nel vivere questa esperienza mi ha dato molta sicurezza e fiducia in me stessa… un solo rammarico, avrei dovuto cominciare prima a fare esperienze di vita con lei… ma c’è ancora tempo!!!!!! Grazie



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Pit stop….da Dio!!

Ecco qualche pensiero sparso, scritto durante un momento di riflessione, il sabato pomeriggio, dopo avere parlato, nell’incontro, di solitudine e silenzio: “…tutte le condizioni sono perfette adesso; perchè sono nel portico, e c’è pochissima gente qui perchè fa’ freddo. Quindi sono comodo in poltrona, e mi godo una bellissima pioggia di montagna…
In questo momento il sentimento che sento più forte in me è la gratitudine.
Voglio dire grazie per questi giorni…alle suore per questo ritiro.
Fà ridere il titolo, ma mi tocca ammettere che è azzeccatissimo: Pit Stop.
Mille volte grazie: ho riso fino a star male, ho condiviso tanto – come non facevo da tanto tempo, ho giocato come un bambino.
E poi mi ha dato l’occasione per “partire”: lasciare tutto e mettermi in cammino, per poi raggiungere la meta, con il cuore pieno di tutto quello sentito in viaggio.
E non è finita qui: oggi mi hanno dato anche la motivazione del mio viaggio: il perchè del mio desiderio.
Già, perchè abbiamo parlato di solitudine e di silenzio; dell’importanza VITALE di ritagliarsi questi momenti. Sembra complicato, ma si impara (aggiungo io), camminando…”.

Andrea

E’ più bello insieme!

ESPERIENZA INTERCONGREGAZIONALE ESTATE 2018

Scusate… Ma cosa ci fa una suora vestita di marrone in mezzo alle suore della Sacra Famiglia?

La risposta è semplice: fa “la sorella”. È questa, in fondo, la sintesi dell’esperienza intercongregazionale che ho avuto la grazia e la gioia di vivere quest’estate a La Verna. Ho trascorso circa 1 mese (dalla fine di giugno alla fine di luglio) insieme  alle suore della Sacra Famiglia e a due giovani volontarie (Jessica e Chiara), nella casa di spiritualità “La Roccia”, per vivere una piccola ma intensa esperienza di scambio e di collaborazione tra i nostri due Istituti religiosi. Un piccolo segno di quanto anche papa Francesco più volte ci ha indicato come espressione concreta della multiforme bellezza della Vita Consacrata fatta di tanti “colori” e di tanti carismi, certamente diversi, ma tutti al servizio dell’unico grande carisma: la Comunione. A questo proposito cito qui un passo molto significativo della Lettera a tutti i consacrati che il nostro papa Francesco ha scritto nel 2014 in occasione dell’Anno della Vita Consacrata:

“…Mi aspetto inoltre che cresca la comunione tra i membri dei diversi Istituti. Non potrebbe essere quest’Anno l’occasione per uscire con maggior coraggio dai confini del proprio Istituto per elaborare insieme, a livello locale e globale, progetti comuni… In questo modo potrà essere offerta più efficacemente una reale testimonianza profetica. La comunione e l’incontro fra differenti carismi e vocazioni è un cammino di speranza. Nessuno costruisce il futuro isolandosi, né solo con le proprie forze, ma riconoscendosi nella verità di una comunione che sempre si apre all’incontro, al dialogo, all’ascolto, all’aiuto reciproco…”

Questo, in fondo, è stato il desiderio che mi ha spinto ad accogliere questa proposta. Senza pretese e senza troppi progetti, ma con semplicità e fiducia sono partita per questa “avventura”.

Preghiera liturgica e preghiera personale, condivisione, collaborazione, accoglienza, lavoro, fraternità, riposo… tutte dimensioni che ci hanno accompagnato e hanno dato significato e profondità alle nostre giornate. Tutto nello spirito tipicamente francescano. Infatti, anche il luogo stesso  -il santuario della Verna-  ci ha aiutato a vivere intensamente questi giorni: qui tutto ci parla di san Francesco… e san Francesco in tutto ci parla di Dio. E anche nella bellezza della natura e nei volti delle tante persone incontrate (famiglie, sacerdoti, religiose, anziani, giovani, bambini) ho potuto cogliere un riflesso della tenerezza di Dio e del suo Amore, che abita la nostra storia, la nostra vita, le nostre relazioni, i nostri desideri di bene.

Grazie, dunque, a tutte le sorelle della Sacra Famiglia che hanno condiviso con me questa esperienza. E grazie soprattutto per aver creduto insieme a me e alle sorelle del mio Istituto (le Sorelle di san Francesco della diocesi di Mantova) nella forza e nella bellezza di questo segno “profetico” di cui oggi abbiamo tanto bisogno e che la Chiesa è chiamata a testimoniare nel mondo.

Pace e Bene a tutti!

Il Signore vi benedica

Suor Elisabetta Maria