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I colori dello Spirito 2023

Mi arriva su WhatsApp: “Ah, comunque mi sono scordata di chiederti se ti andava di scrivere due parole sui colori dello spirito, così mettiamo l’articolo sul sito”. Ho aspettato un po’ ad aprire il messaggio anche se riuscivo a leggerlo già tutto in anteprima; la verità è che sapevo di non poter dire di no, e neanche volevo (dire di no), ma certamente non è facile riassumere in poche righe la disordinata bellezza e la semplice gratitudine con cui sono scesa dal Monte dopo quattro giorni così ricchi.

I colori dello spirito sono diversi e ciascuno porta di sé quella sfumatura necessaria per rendere bello l’intero. Come parti dell’umano che costituiscono un corpo, come voci che si uniscono in un coro, così anche noi, unici e diversi, siamo stati chiamati a vivere per prima cosa la Fraternità. La parola sembra impegnativa ma in questi giorni nulla è stato più facile del sentirsi accolto dall’altro con delicatezza, ascoltato con cura, e custodito con rispetto; davvero lo Spirito ha illuminato il colore della fraternità, sia tra quelli di noi che si conoscevano già sia tra coloro che si incontravano per la prima volta.

Così, impregnati della gioia che genera il vivere insieme all’Altro, abbiamo condiviso anche il colore del Servizio. Riaprire una casa dopo l’inverno comporta diversi lavori ma forse su questi è meglio sorvolare, per non rovinare la sorpresa a chi vorrà partecipare il prossimo anno. Basti sapere che non c’è niente di infattibile, soprattutto se si ha una buona aspirapolvere, una salda scala e numerose pause merenda. E poi, dopotutto, anche pulire e fare ordine è un bel dono, specialmente se cogliamo l’opportunità di farlo fuori e dentro di noi!

E poi la bellezza autentica che ci parla di Lui! Il tappeto di fiori che ci ha accolto al nostro arrivo, i profumi che uscivano dalla cucina quando delle mani gentili cucinavano per noi, la vista del Santuario della Verna tutte le volte che alzavamo il naso all’insù; proprio tutto ci richiamava a riconoscere il bello attorno a noi, a dire Grazie, e così, anche il colore della Preghiera si tingeva in modo davvero naturale. I momenti e i luoghi pensati per aiutarci a so-stare sulla Parola hanno poi fatto la differenza. Condivido solo un brevissimo spunto, da noi ascoltato in una silenziosissima cappella delle Stimmate, con la speranza che chi legge si incuriosisca un po’ e magari si unisca a noi nel chiedersi da chi e da cosa lasciamo che la nostra vita sia segnata.

“Signore Gesù, non ti chiedo le stigmate di Francesco. Tu sai sono debole, fragile, piccola [..] non saprei portarle. Ti chiedo però in-segnami il tuo nome. In-segnami con il tuo nome. In-segnami perché porti il tuo nome.”

(Sr Diana Presepi).

Eleonora