Tra le pagine della nostra storia parole di vita insieme

“Fare memoria” è qualcosa che mi perseguita un poco da quando sono arrivata in Italia a fine novembre. Guardandomi un po’ attorno, sull’agire e il sentire in generale, dalle notizie televisive, dallo sguardo alla politica, mi hanno molto colpito lo sfrenato bisogno di essere superiori agli altri, di alzare la voce più degli altri, soprattutto senza importarti dell’altro, senza nessun tipo di regola o contenimento, perdendo completamente il senso comune, il senso di UNITA’, dimenticando quanto la nostra storia, la storia della nostra Italia sia fatta di sangue e di sofferenza. Ma quanto è importante il guardare indietro per poter vivere bene il presente, ma anche il domani e il dopo domani. Non nascondo una certa tristezza che ho sentito nel vedere che questa memoria in Italia si è fatta debole, si è persa mentre, agli occhi di quelli che ci guardano da fuori, viene considerata proprio la nostra ricchezza e la nostra forza.

Tutto questo preambolo era per dire che mi è arrivato un regalo bello, un servizio chiesto da Madre Daniela e cioè quello di tuffarmi nella memoria del nostro istituto attraverso la lettura delle cronache di alcune nostre case per poter recuperare la nostra storia di Istituto e riportare alla luce oggi, quanto le nostre sorelle hanno fatto e vissuto per dare risposte ai bisogni concreti delle persone nel loro presente. Ho accettato la sfida e mi sono lasciata provocare. Fare memoria per me non ha voluto dire ricordare solo qualcosa ma rileggere uno scritto, una persona, o un fatto e riportarlo al presente per farlo attuale e soprattutto vicino. E’stato un po’come riprendere fiato sul cammino di marcia del nostro carisma, farmi contagiare da nuove emozioni, stimoli, nel leggere emozioni e stimoli di tante nostre sorelle. E’ stato come ricevere una rinnovata linfa, arricchirmi con la loro esperienza di vita donata, riprendere in mano il testimone che mi è stato passato per farlo ripercorrere su questa nostra strada. A volte soffriamo di mania di grandezza pensando di poter salvare il mondo da sole ma è stato proprio bello riscoprire che le nostre sorelle non hanno salvato il mondo; hanno solo seminato santità attraverso il loro silenzio e spirito di sacrificio, portando gioia, serenità, comprensione e pace a tante persone a loro affidate e, ancora più importante, è che lo hanno fatto insieme. Straordinaria è proprio la loro vita di tutti I giorni fatta di luci e ombre ma resa eroica dal vivere in modo straordinario l’ordinario.
“Solo chi ama fa la storia e scrive la storia”: non ricordo chi l’ha detto, ma l’ha detto proprio bene. Fare memoria è una nostra responsabilità non per conservare meglio un ricordo ma per comprendere meglio la loro testimonianza e farla esempio per la nostra vita oggi.
Suor Catia Baronio


Camminando sulla terra Santa di Gesù…

            Camminare per le strade della terra resa Santa da Gesù, è come camminare tra i riflessi e le ombre della propria fede. Dal 16 al 23 novembre un gruppo di 44 persone ha aderito alla proposta dell’Ufficio diocesano Pellegrinaggi che con esperienza e sapienza ha organizzato questo cammino. Le motivazioni personali che ci hanno spinte ad andare, erano le più differenti ma il cammino ha portato ad una conoscenza e avvicinamento che ha generato semi di bene in tutti.

In questi 8 giorni ci è stato insegnato come guardare e leggere le pietre ed i sassi, come ascoltare le persone nella diversità della loro appartenenza nazionale e religiosa, a cogliere e comprendere come la storia sia stratificata e composta da una umanità che, nel trascorrere dei secoli cerca il sacro e la trascendenza, ma che troppo spesso pensa di trovarli nel potere e nella forza.

Abbiamo sperimentato come per ogni luogo c’è una parola, la parola di Dio che lo rende vivo ed importante.

Meraviglia e stupisce la diversità ambientale e naturale incontrata, le montagne aspre della piccola Nazareth, la pace del lago di Tiberiade, la dolce Tabga, la vita silenziosa delle pietre “parlanti” di Cafarnao, la quiete orante del monte delle beatitudini, l’altitudine lungimirante del monte Tabor, la maestosità del deserto di Giuda, le solide mura dell’amicizia di Betania, le rocce e le grotte di Betlemme, la spoliazione del monte degli ulivi, la tanta pietra luminosa e l’altezza di Gerusalemme.

E le mura, i muri, i vicoli ed i misteri di Gerusalemme. Il mistero della vita e dell’amore di Gesù. Una vita offerta per il bene dell’uomo che nel frattempo è impegnato a vivere e sopravvivere.

Quella di Gesù, una vita spesa a camminare sulla terra per dire all’uomo che ben conosce il suo cuore con fatiche e desideri, con limiti e speranze. Gesù che si è “svuotato” e per 30 anni ha chiesto all’uomo di insegnargli ad essere uomo. Per 3 anni ha poi detto all’uomo il suo amore per l’umanità. Questo abbiamo incontrato dentro e fuori le mura di Gerusalemme, nella piccolezza del cenacolo e, con una particolare intensità, nelle prigioni della casa di Caifa, custodite nel santuario di S. Pietro in Gallicantu e nel particolare affresco della Basilica del Getsemani. Ci è stato fatto notare come una traduzione della parola getsemani possa essere anche “frantoio” che, unito all’immagine di Gesù disteso sulla pietra, meglio fa comprendere come Gesù si sia offerto, come frutto maturo, per la spremitura.

Una ulteriore esperienza capace di farci sentire per un momento il mistero della vita di Gesù in Gerusalemme è stato il ripercorrere la via dolorosa.

L’abbiamo ripercorsa nella preghiera della via crucis in una mattina qualsiasi passando tra i negozi, le bancarelle, vicino alle scuole, i bar, i ristoranti e le normali attività di una città. Avevamo una croce grande, cantavamo, stavamo in gruppo ed il nostro cammino nei diversi vicoli, stradine e piazzette è avvenuto nella piena indifferenza di tutti. Probabilmente, la stessa che ha reso più faticoso il cammino di Gesù.

Quanto è sembrata pesante e tagliente l’indifferenza che potrebbe aver stretto Gesù!

Ma Gerusalemme, è la città della Resurrezione e l’ultimo dono che ci ha consegnato è che la Basilica del Santo Sepolcro custodisce dentro di sé il Calvario e il sepolcro vuoto, e concretamente ci fa vedere che la crocifissione e morte avviene a pochi metri dal luogo della Resurrezione.

Il Calvario non è un luogo isolato; il sepolcro vuoto, la resurrezione non è distante.

Belli sono stati gli aiuti che la guida ci ha offerto per comprendere meglio il valore del nostro pellegrinaggio, importanti i momenti di preghiera guidati da don Firmen e don Patrick per approfondire la sequela di Gesù, significativo lo scambio che con il passare del tempo è andato crescendo nel gruppo e che ha sciolto silenzi, ha accorciato le distanze tra noi, e ci ha permesso di camminare insieme sapendo che i tempi e le necessità erano differenti e che in questa diversità ci si poteva incontrare, accogliere e sostenere. In diversi momenti l’incontro è avvenuto anche nella gioia, nel divertimento, nella semplicità generosa.

Ringraziamo la Diocesi di Cesena Sarsina, Luciano e Graziella Veneri, don Firmen e don Patrick per averci offerto questa bella possibilità di pellegrinare nella spiritualità e nell’archeologia, nella parola di Dio e nel cuore della nostra storia, per averci portati al centro della nostra fede: Gesù ed i fratelli.

,

Tesorocardiogramma

A che ritmo batte il tuo cuore?

Durante la settimana di convivenza dal 5 all’11 febbraio abbiamo provato a rispondere a questa domanda.
Incuriosite dalla proposta e con il desiderio di vivere la routine con uno sguardo diverso, abbiamo accettato. Nelle giornate ciascuna di noi ha portato avanti i propri impegni ( università, lavoro,…) condividendo momenti di preghiera e fraternità.
Un sapore diverso acquistano le giornate quando ti fermi ad ascoltarti lasciando che sia la Sua Parola a guidarti. I nostri battiti si sono subito sincronizzati, è stato bello scoprirsi e riconoscersi tutte bisognose di una felicità autentica.
Aggiungeteci la gioia che sanno trasmettere le suore della sacra famiglia, l’aprirsi all’altro che diventa ricchezza e il coraggio di mettersi in gioco, e il risultato sono giorni vissuti in serenità e gratitudine, sentirsi a casa, in una casa che profuma di buono.
Asia, Caterina, Erica e Giulia

,

Gruppo parrocchiale di Brisighella a La Verna

“Ecco com’è bello e com’è dolce

che i fratelli vivano insieme”

(Sal 133)

Finalmente di nuovo qui alla Casa “La roccia”, proprio sotto il Santuario di la Verna.

Appena arrivati avverto una pace gioiosa ed uno spirito di intensa comunione con tutti i componenti il gruppo, una dimensione di piccola Chiesa. C’è una sintonia ed un’ armonia profonda.

Il tempo si snoda tra il Santuario e la casa: su è un’intimità personale con il Signore, giù una continua preghiera condivisa perché nella casa tutto si fa preghiera nelle risate, nella gioia, nei silenzi, nel parlarci, nel dirci, attorno alla grande tavola dove condividiamo il cibo.

Ogni giorno saliamo al Santuario: è un salire al monte come una salita al Tabor da cui poi discendere con la certezza di sentirci più noi stessi, ritrovati, ricomposti, pacificati, arricchiti.

Eccoci tutti fratelli e sorelle nell’amore del Padre. E il versetto del salmo diventa vita.

Ci muoviamo sui passi di Francesco, percorriamo i suoi sentieri nel tempo che si dilata per permetterci di godere la bellezza attorno a noi  nei boschi, nel paesaggio, tra i prati, nei colori dei fiori e delle farfalle. Stiamo vivendo il Cantico delle Creature .

E arriva il momento dei saluti, del ritorno.

Siamo grati a Dio e alle suore per questo dono raro e prezioso che portiamo con noi.

La casa “ La roccia” ci aspetta per i prossimi incontri: piaccia al Signore che ciò sia possibile.

Aurea

,

Lasciarsi colorare dallo Spirito

Quando decidi di accettare l’invito per i “Colori dello Spirito” e lasci la tua quotidianità per salire al monte sacro di La Verna, ti porti nel cuore un bel po’ di domande, altrettante aspettative e la consapevolezza che lassù, in quelle giornate che trascorrono lente e liete, scandite dalla preghiera, dal lavoro condiviso, dalla riflessione personale, dalla convivialità, qualcosa di grande e meraviglioso può accadere, proprio come a Francesco su questo monte.

Sarà l’aria pura e limpida che sollecita ogni fibra del tuo corpo e ti fa sentire vivo…

sarà il panorama spettacolare che ti toglie il fiato e ti ricorda quanto preziose siano le meraviglie del creato…

sarà il silenzio accogliente che ti avvolge e ti fa sentire subito parte integrante di esso, ma senza avvertire la solitudine…

sarà la bellezza travolgente della natura che si mostra in tutto il suo splendore e ti coinvolge nella sua danza e nel suo canto…

sarà la presenza delle sorelle francescane della Sacra Famiglia che, con la gioia stampata sul viso, ti accolgono e ti raccontano Gesù e il suo infinito amore…

sarà la compagnia di coloro che condividono con te questa avventura, perlopiù sconosciuti, ma molto più vicini e simili a te di quanto tu possa immaginare…

e saranno tutti questi elementi che all’unisono, come la voce di un’orchestra, ti segnalano la presenza viva di Dio e ti invitano a fermarti in Sua compagnia e gioire di essa…

Fatto sta che, se solo ti lascerai interpellare e coinvolgere da tutto questo, quando partirai per tornare alla tua quotidianità, non sarai più lo stesso, qualcosa in te sarà cambiato e il tuo cuore sarà ricolmo di un amore così speciale che riuscirai a leggere in modo nuovo le mille domande che avevi portato sul monte con te; ti ritroverai a vivere uno stato di grazia e pace tale da sentire forte e chiaro nel tuo cuore la gioia grande che viene dal Signore e il desiderio di ripartire alla conquista della vita, forte della consapevolezza che c’è sempre QUALCUNO che cammina al tuo fianco a cui puoi confidare e affidare le tue stanchezze.

E così sarà come aver fatto un bel tuffo in un mare di colori speciali, quelle tinte calde e vivaci che possono ricolorare il tuo cuore e il tuo sguardo sulla vita e sul mondo…i colori speciali che dona lo Spirito.

 

Francesca e Camilla

,

Finalmente…ecco il Binario5!!

Il Binario 5 è un centro di aggregazione rivolto ai giovani che quotidianamente frequentano la stazione ferroviaria di Cesena e le scuole situate nella zona.

Consapevoli delle difficoltà caratteristiche della adolescenza e dei rischi che gli ambienti della stazione i giovani possono correre, vogliamo offrire un luogo in cui essi possano trovare PRESENZA e ASCOLTO e la proposta di iniziative dai contenuti molteplici (ricreativi, culturali, ludici…) che li possa interessare e stimolare a mettersi in gioco.

Attraverso la relazione con le persone con competenze professionali specifiche e particolarmente predisposte all’accoglienza, all’ascolto e all’intrattenimento, ci proponiamo di accompagnare i giovani alla ricerca di sé, di stimolare espressione della propria unicità, di favorire la formazione di relazioni costruttive e serene e di riconoscere, inoltre, eventuali situazioni di disagio per indirizzarle ai servizi territoriali competenti.

Naturalmente abbiamo bisogno di tanti tipi di collaborazione, in termini di tempo, di competenze e di sostegno economico, per cui vi invitiamo a contattarci… E COSI’, QUELLO CHE FINO A QUALCHE MESE FA ERA SOLO UN SOGNO DI POCHI, CON IL CONTRIBUTO DI MOLTI POTRA’ DIVENTARE UNA BELLISSIMA REALTA’! Facciamo un regalo alla nostra città!

 

Segui Binario 5 su Facebook!