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Chi ha il sorriso più bello?

L’esperienza in Mozambico è stata senza dubbio uno dei momenti più intensi e trasformativi della mia vita. Arrivata con il cuore aperto e tante speranze, non sapevo cosa aspettarmi, ma fin dal primo istante sono stata accolta con un calore e una semplicità che mi hanno commossa profondamente. Le suore ci hanno aperto le porte del loro cuore, della loro casa e della loro quotidianità, mostrandoci un mondo fatto di semplicità, fede e dedizione totale agli altri. Un ringraziamento speciale va a loro, che ci hanno mostrato il volto più autentico del servizio agli altri. Grazie di cuore per averci accolto come famiglia, per averci aperto gli occhi e il cuore, e per averci insegnato che anche un piccolo gesto può cambiare una giornata. Per questo grazie a Suor Sandra che ci ha seguiti per tutto il viaggio di andata e di ritorno, grazie a Suor Sindy per averci insegnato la dolcezza e grazie a Suor Carmen per averci mostrato la passione per l’istruzione dei bimbi. Oltre a loro grazie a Suor Nadia per averci permesso di vivere l Africa e grazie a Suor Chiara per averci accompagnati e aver portato tanta comicità.

Durante quei giorni, ho visto con i miei occhi la povertà, ma anche la forza e la dignità di un popolo che, nonostante tutto, sorrideva e affrontava ogni difficoltà con un sorriso. Ho insegnato, ho imparato, ho pianto e riso insieme a bambini e adulti, scoprendo quanto può essere potente un gesto di solidarietà e quanto può cambiare il cuore di chi dà e di chi riceve.

Quel viaggio mi ha lasciato nel cuore un senso profondo di gratitudine e umiltà. Mi ha insegnato che la vera ricchezza non sta nelle cose materiali, ma nella capacità di amare senza condizioni, di donare senza aspettarsi nulla in cambio, e di apprezzare la semplicità. I bambini mi hanno insegnato cos’è la curiosità e la condivisione: ogni qualvolta che avevano qualcosa, anche un solo chicco di mais venivano da noi per farcelo assaggiare, sottraendolo a se stessi.

Ma tra tutti i ricordi, uno in particolare rimarrà inciso nel mio cuore: il rapporto che si è instaurato con Finu, un bimbo di soli 6 anni. Con il suo sguardo curioso e il sorriso che illuminava il suo viso, mi ha insegnato cosa significa davvero la speranza. Nonostante le difficoltà, ha mostrato una forza e una dolcezza che mi hanno commossa profondamente. Con lui ho condiviso momenti di gioco, sogni e semplici abbracci, e in quegli istanti ho capito quanto possa essere potente l’amore in questi viaggi missionari. Finu l’ultimo giorno di missione ha deciso di disegnarmi un cuore su un foglietto, e io l ho conservato e inciso sulla mia pelle per sempre.

Tornare a casa non è stato facile, perché il mio cuore è rimasto in Mozambico, tra quelle persone straordinarie. Porterò sempre con me il ricordo di questa esperienza, un ricordo di amore, speranza e umanità che mi accompagnerà per tutta la vita. Inoltre, conservo il desiderio di poter tornare presto a condividere ancora un po’ di luce in un mondo che ne ha così tanto bisogno e soprattutto spero di aver lasciato un pezzetto di me alle persone.

Emma Casadei

 

Quest’estate, tra il 12 e il 28 giugno, ho vissuto un’esperienza indimenticabile: ho partecipato a una missione umanitaria nel villaggio di Charre, in Mozambico. Nonostante la breve durata dell’esperienza e il fatto che non conoscessi la lingua locale, quei giorni hanno lasciato un segno profondo nel mio cuore. Tra giochi con i bambini, lavori di ristrutturazione e momenti di condivisione, ho scoperto uno stile di vita e una realtà completamente diverse da ciò a cui ero abituato, arrivando anche a toccare con mano la difficile situazione di uno dei popoli più poveri al mondo. Appena arrivati, dopo un lungo e duro viaggio, sono stato colpito dalla bellezza della natura incontaminata, ma anche dai segni evidenti della povertà: case di fango e paglia, strade che in Europa sarebbero considerate inagibili, bambini scalzi e persone affamate. Eppure, nonostante queste difficoltà, le persone ci hanno accolto con un sorriso sincero, tanta curiosità (ricambiata) e un’allegria commovente.

Importantissimo in questo viaggio è stato il tempo trascorso con i bambini. Ognuno di loro aveva una storia diversa, alcune più difficili di altre, ma tutti avevano qualcosa da insegnarti. Sono rimasto particolarmente colpito da come si divertiva un bambino usando solo un pezzo di cartone e degli auricolari rotti, faceva finta di ascoltare la musica. Una delle lezioni più importanti che questo luogo mi ha insegnato è stata: “accontentati di ciò che hai, perchè hai più di quanto credi”.

Con i ragazzi della nostra età la barriera linguistica iniziò a farsi sentire, noi non parlavamo “cisena” e capivamo poco di portoghese, ma in nostro soccorso arrivarono il calcio e il basket, che ci permisero di stringere tante amicizie e ci diedero tanto divertimento. Oltre ai giochi ci siamo dedicati anche ad altre attività, sia domestiche come cucinare, lavare piatti e posate, pulire i panni a mano, ecc. Che per la comunità del villaggio, come dipingere l’internato femminile e pulire un pozzo. Questa missione mi ha fatto scoprire lo stile di vita semplice e paziente africano e mi ha insegnato che non servono grandi discorsi per fare la differenza. A volte bastano un sorriso, un aiuto o un pallone condiviso per creare un legame. Tornerò a casa con il cuore più ricco, portando con me la lezione più importante: la felicità non sta nelle cose materiali, ma nelle relazioni umane.

Tommaso Listorto