Gesù e il discepolo amato: chiamate ad avere gli stessi sentimenti di Cristo Gesù, siamo in ascolto del Suo cuore che ama sempre, per primo, tutti, per collaborare al Suo progetto di salvezza.
Al Getsemani: alla sequela di Cristo che imparò l’obbedienza dalle cose che patì (Eb 5,8), fino alla morte, la più ignominiosa e crudele, siamo chiamate a vivere anche noi l’abbandono alla volontà del Padre, per condividere con Gesù il ministero della Sua Pasqua.
Ss. Trinità: generati da Dio, figli nel Figlio, fatti ad immagine e somiglianza di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, siamo inserite nel circolo di amore della Trinità.
La Sacra Famiglia: convocate nel nome del Signore, la nostra vita fraterna è caratterizzata da uno stile familiare di pace, frutto della comunione tra le sorelle, di unione, avendo un cuor solo e un’anima sola, e di concordia portando avanti insieme il progetto di salvezza che il Padre ci ha affidato in Cristo, unico Redentore del mondo.
Cristo Redentore e Salvatore:
“questo è il disegno del Padre, fare di Cristo il cuore del mondo”.
“Nessuno ha un amore più grande di Colui che dà la vita per i suoi fratelli”
Noi ai piedi della croce:
contempliamo il sommo e unico Bene, l’amato Crocifisso e risorto che ci indica la strada dell’amore, amandoci e spingendoci ad offrire la vita, come Lui.
Dopo aver messo testa e cuore sul petto di Gesù, siamo mandate a proclamare l’amore di Dio per l’uomo, in modo particolare alla gioventù, con la testimonianza e il servizio nella vita quotidiana, chi con la catechesi e l’evangelizzazione, coltivando la nostra vena contempl-attiva.

CATECHISMO IN FESTA!
Padre Igino un aiutino!
Così comincia il nostro pomeriggio di festa di fine catechismo quando durante la preparazione abbiamo perso il tappo della scatola dei chiodi, che ovviamente abbiamo trovato subito.
Poi, però, non è finita lì! Pare che invocato, ci abbia dato una GRANDE MANO perché i numerosi ragazzi di catechismo hanno giocato con grande partecipazione e gioia lamentandosi solo del fatto che quell’ora è passata troppo in fretta…..
Molto entusiasmo anche nella preghiera assieme ai genitori “capitanata” da don Michele Morandi ed animata dalla nostra “coach” suor Anto. Canti, preghiere, doni-simbolo:
il Vangelo che illumina, guida e orienta i passi del nostro cammino e ci aiuta e conoscere e crescere nell’Amicizia con Gesù;
un mazzo di fiori di diversi colori e profumi, che ricordano la bellezza e la ricchezza della nostra diversità, ma anche l’appartenenza ad un’unica famiglia….
Un cero acceso, simbolo di Cristo che illumina le nostre vite e ci chiama ad essere Luce per il mondo.
La preghiera si chiude con il canto “Ecco il nostro Sì” che abbiamo imparato in occasione del recital di Natale, e che può benissimo essere il nostro “programma di vita di ogni giorno”. I ragazzi la cantano con tanto entusiasmo e perfino don Michele ne è rimasto stupito!
Da parte sua don Michele ci ha ricordato:
1) che la Fede è un dono che qualcuno ci trasmette: i genitori, i nonni, le famiglie, la Chiesa (raccontando brevemente anche la sua esperienza personale con la nonna quando era bambino).
2) Un dono da custodire e approfondire per conoscere sempre meglio Gesù
3) Testimoniare con la nostra vita, la gioia di camminare insieme.
Questo incontro è stato coronato dal gran finale della Cena conviviale, PARTECIPATISSIMA!! (oltre cento persone) a base di piadina e salsiccia: un successone!!!
Un bellissimo pomeriggio di fraternità tra ragazzi, genitori e catechisti….
Bello finire così perché……. ci lascia il desiderio di ritrovarci dopo la più che meritata pausa estiva…..
ARRIVEDERCI ALLORA!!
Buone vacanze!
Pace e bene a tutti!
Rita Capirossi (catechista)
I COLORI DELLO SPIRITO 2022
L’esperienza alla Verna è stata come un momento di pausa dalla vita di tutti i giorni e dal mondo che ci circonda: è stato bello vivere in un posto isolato, “esterno” da tutto.
Spesso eravamo solo noi, e anche al Santuario incontravamo al massimo i turisti e i frati e le suore che abitano lì, perciò era tutto molto tranquillo.
Abbiamo trascorso molti momenti come gruppo, che per noi sono stati davvero belli. Abbiamo condiviso molto di noi gli uni con gli altri, anche nel servizio che abbiamo svolto insieme per preparare la casa all’accoglienza di gruppi e pellegrini abbiamo trovato un’occasione per divertirci, parlare e conoscerci.
Abbiamo vissuto momenti di preghiera comunitaria e di silenzio e riflessione personali: momenti che sono serviti per scavare dentro di noi, per cercare un dialogo diretto con Dio e immergerci di più nella nostra fede e nel nostro cammino. Questo è più difficile nella vita di tutti i giorni, mentre alla Verna, abitando quasi un mondo a parte (ricco della bellezza di sorella natura e della spiritualità e ricchezza del santuario), risulta molto più semplice, facendoci anche aprire gli occhi su questioni che solitamente facciamo fatica ad affrontare.
I 4 giorni a La Verna (dal 22 al 25 aprile) hanno assolutamente superato ogni nostra aspettativa: abbiamo lavorato tanto, pregato tanto, riso tanto, vissuto tanto…
Abbiamo conosciuto persone fantastiche e ci siamo divertiti assieme.
In conclusione, l’esperienza ci ha arricchito molto e, con la speranza di portare questa ricchezza nel nostro quotidiano, non vediamo l’ora di ripeterla, rivedere volti ormai amici e conoscere persone nuove.
Chiara (21 anni, di Faenza) e Francesco (19 anni, di Villachiaviche)
CERCATORI DI BELLEZZA….A MONTETAURO
Sabato 19 marzo come gruppo diocesano giovani “Cercatori di bellezza” siamo partiti alla volta di Rimini, più precisamente Montetauro, da Cesena per visitare e conoscere una realtà particolare, con la P maiuscola, e a noi ancora ignota: la comunità della piccola famiglia dell’Assunta, in cui consacrate e consacrati hanno deciso di vivere insieme accogliendo e aiutando le persone più in difficoltà, come persone con disabilità più o meno grave e ragazzi con disturbi di vario genere, considerandoli figli come in una famiglia.
Appena arrivati e un po’ titubanti sul come avremmo trascorso la giornata, siamo stati accolti da tre consacrate che ci hanno raccontato il loro incontro e rapporto con Gesù e i motivi che le hanno spinte a scegliere questo stile di vita, come frutto della loro vocazione, e don Lanfranco, cappellano della comunità, che negli anni ’70 ha fatto parte di quel gruppo di giovani da cui “tutto ebbe inizio”, mossi da un solo perché: conoscere di più Gesù, pregarlo, adorarlo, vivendo tutti insieme nella stessa casa, inizialmente vecchia e trasandata che poi hanno fatto rifiorire. Questo mi ha stupito molto e suscitato ammirazione e un sentimento genuino di bellezza nel pensare a dei ragazzi con interessi e lavori diversi, che potevano “godersi la vita” senza pensare tanto agli altri e che invece hanno scelto di cercare di più, di vedere più in là, oltre.
Sorriso, Tenerezza, Stupore, Serenità, Sentirsi a casa sono solo alcune delle parole che, ricordando l’esperienza vissuta, mi giungono subito alla mente.
Abbiamo incontrato anche alcuni loro “figli”, tra i quali ricordo Silvano, un ragazzo che non parla ma sente e comprende tutto, e Graziano. Quest’ultimo ha dodici anni, è in sedie a rotelle, non vede se non la luce, non parla ma interagisce solo con versi, si rasserena quando è all’aria aperta. Mi è rimasta impressa una scena, che secondo me rappresenta appieno la Bellezza fraterna: una delle consacrate, che abbiamo conosciuto e che ha avuto il dono di avere questo bambino come “figlio”, per calmarlo in un momento in cui era agitato, gli sussurrava all’orecchio parole accarezzandogli la guancia con la propria con una tenerezza disarmante e un tale amore tale da farmi commuovere.
Il paesaggio collinare e il luogo stesso, molto ben curato, in cui questa comunità vive, il silenzio, l’armonia della natura circostante contribuiscono a far stare a loro agio le persone accolte, come lo siamo stati noi, e alimentano un senso ancora maggiore di spiritualità e Bellezza della Vita.
(Lucia, 22 anni, Case Finali di Cesena)