ENTRARE PER USCIRE!

“Una chiesa in uscita”….
È da qualche anno che in ambito cattolico queste parole girano e rigirano!

Le abbiamo lette per la prima volta, nel 2013, in un libretto scritto da un uomo, vestito di bianco, che si era trasferito da poco in Vaticano dal sud America.

A molti è piaciuta l’idea di una “chiesa in uscita”, qualche passo in questi anni è stato fatto. Poi è arrivato il 2020, il Coronavirus, il lockdown e tutti a giocare a “nascondino” nelle proprie case!
Tutti in casa! Tutti dentro, non si esce più!

Qualche novità nella pastorale l’avevamo apportata… ma ora?
Come ci incontriamo? Come celebrare l’Eucarestia? Come parlare ai ragazzi del Vangelo?
E allora come fare? Come realizzare una “Chiesa in uscita” se non possiamo uscire?

È incredibile come l’obbligo a entrare in casa ci abbia mostrato la via per “uscire” da noi stessi. Lasciare le abitudini, le consuetudini, le azioni pastorali sicure, quei canali che sempre ci hanno portato alle persone, quelle 4 magiche parole che ci danno sicurezza “abbiamo sempre fatto così”!

Forse potrebbero risuonarci tanto attuali le parole del profeta Isaia: “Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa.” (43,18-19)
Oggi stiamo facendo cose nuove!

Zoom, canali youtube, dirette streaming, skype, webinar, piazze virtuali, postare, mettere like… parole nuove!? Una nuova pastorale!? una nuova strada che può essere la porta di entrata per uscire verso il mondo, per portare la parola del Vangelo.

Ma attenzione, Gesù è chiaro:
“Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli,
è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro
cose nuove e cose antiche» (Mt 13,52).
Non tutto è da lasciare, non tutto è da cambiare, il discepolo mette insieme cose antiche e cose nuove!

Ci avviciniamo al giorno di Pentecoste, giorno della nascita della Chiesa, giorno del dono dello Spirito.
Allora in questi giorni mi viene da chiedere a Gesù, con ancora più forza, il dono dello Spirito.
Viene da chiedere il dono della disponibilità e della docilità all’ascolto.
Viene da chiedere il dono del coraggio per uscire ed entrare nel mondo con lo zaino pieno di Vangelo.
Viene da chiedere il dono di quello Spirito che, 2000 anni fa, ha chiesto a Pietro di andare in casa del centurione Cornelio, ha guidato Filippo lungo la strada deserta che va da Gerusalemme a Gaza per battezzare un Etiope e ha condotto san Paolo lungo il fiume per incontrare Lidia.
Che questo Spirito oggi soffi anche su di noi per annunciare a ogni fratello e sorella che Gesù è vivo e ci ama profondamente!

Suor Chiara F.